Matera: dalla vergogna d’Italia all’orgoglio d’Europa

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È l’Italia degli anni ’60, un paese in forte crescita dopo la Seconda Guerra Mondiale, pronto a diventare una delle economie più promettenti d’Europa. Il governo italiano avvia una grande campagna promozionale per mostrare al paese questo nuovo sviluppo, un progresso che porterà l’Italia nel futuro.

Ma l’Italia di quel periodo è anche un paese in cui le popolazioni rurali vivono in condizioni economiche e sanitarie molto precarie, con uomini e animali che condividono spazi angusti, senza sistemi fognari né acqua potabile.

Matera è un piccolo borgo nel Sud Italia, un luogo unico dove l’uomo ha scavato le proprie abitazioni nella roccia calcarenitica, circondato da grotte che, come si scoprirà anni dopo, hanno ospitato l’uomo sin dal Paleolitico.

Come in molte altre zone d’Italia, anche a Matera si viveva in condizioni di estrema povertà, ma la città divenne il simbolo perfetto di ciò che il governo italiano voleva superare: una realtà vergognosa da cancellare, portando gli italiani fuori dalla miseria e garantendo a tutti condizioni di vita dignitose.

Fu in quel momento che Matera divenne “La vergogna d’Italia”. Gli abitanti dei Sassi vennero trasferiti nei nuovi quartieri costruiti in città, in case confortevoli dotate di acqua calda e fognature. Un taglio netto con il passato, una ferita che avrebbe impiegato trent’anni per rimarginarsi.

Alla scoperta della bellezza

È il 1990. Un gruppo di giovani professionisti lavora da oltre dieci anni per riscoprire l’incredibile patrimonio culturale che Matera ha da offrire: chiese rupestri, affreschi nelle grotte, necropoli neolitiche, antichi edifici religiosi e, naturalmente, i Sassi, forse il miglior esempio di come l’uomo sia riuscito ad adattare la natura alle proprie esigenze.

Questo lavoro attira l’attenzione di ricercatori dell’UNESCO, che nel 1993 riconoscono i Sassi e l’area circostante come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Dalla vergogna al riscatto

Dal 1993, Matera inizia lentamente, ma costantemente, a riscoprire il suo valore. La città diventa sempre più conosciuta, appare nei film, viene studiata da architetti e archeologi. Questo percorso raggiunge il suo apice quando, prima un’associazione e poi un comitato, decidono di candidare Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019.

Questa decisione segna la chiusura di un lungo viaggio: Matera passa da vergogna nazionale a bellezza mondiale, da un luogo sconosciuto a una delle città più affascinanti per ricercatori, operatori culturali e visitatori.

Dal 2019 a O-City

Quale sarà il futuro di Matera dopo il 2019? Gli investimenti nel settore culturale e creativo avranno un impatto duraturo oltre l’anno da Capitale Europea della Cultura? Il futuro sarà luminoso per le industrie creative?

I primi passi sono stati compiuti.

Il 22 luglio 2019, Matera diventa la prima città italiana a entrare nella rete O-City, insieme ad altre città europee e mondiali, per promuovere l’economia creativa come strumento di sviluppo locale e valorizzazione del patrimonio culturale.

Questo è solo l’inizio di un percorso che punta a costruire un’eredità duratura per la città, basata su cultura, creatività, innovazione e valorizzazione del proprio passato.

Buona fortuna, Matera!

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